Dei tre capitoli della saga di Stephanie Meyer trasposti cinematograficamente "Eclipse" è senza alcun dubbio il più riuscito.
E' sempre arduo adattare al grande schermo un manoscritto. Per esigenze di produzione la sceneggiatura non riproduce mai fedelmente e, soprattutto, integralmente - come potrebbe? - il testo da cui è tratta.
Viene adattata, "snellita" di ciò che gli sceneggiatori reputano superfluo ai fini della storia.
Peccato che spesso ciò che loro ritengono superfluo coincida con le pagine, gli intrecci narrativi che più avevano appasionato i lettori e di cui poi, nella versione "su pellicola", si ricerca la rappresentazione visiva.
Questo è quello che è capitato con i primi due episodi della saga della Meyer. Il primo, "Twilight", si è rivelato una vera è propria delusione.
Se ha sbancato i botteghini di tutto il mondo è stato non certo per la qualità artistica del film, quanto piuttosto per l'avvenenza degli attori protagonisti (primo fra tutti Robert Pattinson, idolatrato dalle adolescenti) e per gli echi del successo che il libro aveva riscosso, soprattutto negli States.
Il secondo, "New Moon", era appena accettabile anche se, nei commenti letti su vari blog, forum e siti dedicati alla saga, le fan lamentavano l'assenza dell'idolo Pattinson in buona parte del film.
Altri commenti erano pressoché inesitenti eccetto quelli riguardanti l'uso delle luci, troppo scure.
Ma tale scelta è motivata dalla necessità di rendere il più realisticamente possibile la cittadinadi Forks, dove la saga è ambientata, e che nel libro della Meyer è descritta come "la più piovosa d'America".
Una piacevole sorpresa è invece stato "Eclipse".
Nonostante gli inevitabili tagli e le personali interpretazioni degli sceneggiatori di alcuni capitoli del romanzo, il prodotto finale è ottimo: lo spettatore resta incollato allo schermo fino ai titoli di coda.
Le scene d'azione, supportate da una colonna sonora mai così appropriata, sono avvincenti.
Maggiore spazio è stato dato ai personaggi secondari (si scopre come Rosalie e Jasper Cullen sono diventati vampiri; vengono narrate le leggende della tribù indiana dei Quileute e dei loro guerrieri/licantropi).
Una particolare menzione spetta alla giovane attrice Dakota Fanning che interpreta Jane, guardia del corpo dei Volturi, fredda e spietata.
Classe 1994, la Finning vanta già nel curriculum film con attori del calibro di Sean Penn ("Mi chiamo Sam") e Tom Cruise ("La guerra dei mondi").
La bravura, la bellezza algida, la postura del corpo (quasi da perfetta ballerina classica) ricordano vagamente la Kidman e la Blanchett.
La Dakota ha tutte le carte in regola per diventare una grande diva di Hollywood.
Da ascoltare la colonna sonora: immancabili i Muse, che la Meyer più volte ha dichiarato di adorare e di ascoltarne le canzoni per avere l'ispirazione.
Della tracklist da segnalare : "My love" di Sia; "Ours" dei The Bravery e "Heavy in your arms" di Florence feat. The Machine.
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