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giovedì 28 ottobre 2010

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[L'ATTIMO FUGGENTE] La dipendenza affettiva

giovedì 28 ottobre 2010
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Prima di entrare nella trattazione delle specifiche dipendenze mi preme fare una premessa senza peraltro spiegarla (cosa che farò in un altro momento). La libertà non è assolutamente fare quello che si vuole. Molto spesso crediamo di essere liberi ma le scelte che facciamo durante le nostre giornate non sono così “nostre”, molto spesso siamo indirizzati a scegliere e decidere per ciò che non vorremmo. Ma tutto questo lo vedremo in seguito, per ora prendetelo per buono.
La prima dipendenza che tratteremo è probabilmente la più diffusa e comune, quella nella quale chiunque almeno una volta nella propria esistenza è cascato o cascherà presto o tardi.
Parliamo della dipendenza dal sentimento verso un’altra persona.
Ebbene si! Sotto “accusa” oggi è quella schiavitù tremenda per cui smettiamo di esistere per noi stessi e siamo su questa terra solo in funzione dell’altro. Quante volte vi è successo di essere così presi emotivamente da una persona che passate le ore della giornata in attesa che appaia d’improvviso davanti a voi sotto qualsiasi forma, sia essa tramite sms, tramite msn o qualsiasi altra specie visiva e non ?
Quante volte avete rimandato o cancellato dai vostri impegni qualcosa che dovevate fare (es. un esame, la spesa), qualcosa magari di importante per la vostra vita (es. un colloquio di lavoro), qualcosa di divertente (es. uscita con gli amici, il calcetto, una festa), in sostanza la vostra vita perché eravate emotivamente a terra a causa del sentimento non corrisposto (o non corrisposto come volevate voi) che vi ha condotto ad una latente depressione?
Sembrerebbe tutta roba normale, sembrerebbe un argomento sciocco poiché – mi direte – è normale che quando si è innamorati o fortemente attratti da un’altra persona ci si comporti in questa maniera, specialmente quando non si è corrisposti.
Ma siamo sicuri che sia normale ? Siamo sicuri che questa sia la maniera più matura, saggia e buona con cui affrontare la questione ? E soprattutto, siamo sicuri che sia la maniera più libera e gioiosa ?
E’ evidente che qualcosa non quadra. Se i nostri rapporti relazionali con una persona che ci coinvolge stravolgono le priorità della nostra esistenza e ci distolgono da uno stile di vita indirizzato verso la gioia piena, verso la piena maturità del nostro essere, allora dobbiamo renderci conto che in questo campo siamo schiavi. Ma puntiamo il dito verso il vero obiettivo, perché è ovvio che innamorarsi è una cosa meravigliosa e coinvolgersi emotivamente è splendido. Qual è il problema ?
Siamo schiavi del nostro bisogno di affetto. Abbiamo un vuoto affettivo enorme che dobbiamo colmare in qualche maniera. Abbiamo una insicurezza grande su noi stessi che significa fondamentalmente che non ci amiamo abbastanza (o non ci amiamo affatto).
Ogni relazione dovrebbe essere arricchente perché ci apre ad un altro essere che è unico e diverso da noi, quindi come può portarci dipendenza ?
Questo accade quando usiamo male una cosa buona, quando entriamo dalla porta sbagliata in questa splendida cosa che è relazionarsi.
Come liberarsi da questa schiavitù per vivere in maniera matura e cioè libera ogni nostra relazione ?
Dobbiamo riempire quel vuoto che abbiamo, non con l’affetto preteso dall’altro, non con l’effimero godimento di un attimo di piacere psichico o fisico. Dobbiamo metterci alla ricerca di ciò che può riempire il nostro cuore tanto da farci sentire sicuri di essere amati, tanto da farci amare noi stessi e così poterci relazionare in maniera matura con noi stessi e con gli altri.
Per non finire in catene, come Shakespeare in questa sua lirica:

Essendo tuo schiavo, che altro posso fare
se non attendere per ore ai desideri tuoi?
Non ha per me valore il tempo, né incarichi
ho da assolvere, finché tu non mi comandi.
     Né oso sgridare gli interminabili istanti
mentre, mio sovrano, guardo l'ora in tua attesa;
né penso all'amarezza del tuo distacco,
quando tu al tuo servo hai detto addio.
     E neppure oso chiedere ai miei pensieri gelosi
dove tu sia o cosa tu stai facendo:
ma, come schiavo rattristato, non penso ad altro
se non quanto felici fai coloro con cui ti trovi.
     L'amore è tale sciocco che, dei tuoi capricci,
qualsiasi cosa tu faccia, egli non pensa male.

(Aldo Li Volsi)



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