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venerdì 27 agosto 2010

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[L'ATTIMO FUGGENTE] La conoscenza di sè

venerdì 27 agosto 2010
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Nella vita si possono fare moltissimi viaggi e quello che stiamo facendo è uno dei più importanti se non, a mio avviso, il più importante. Oggi però parliamo di un viaggio che probabilmente si propone come propedeutico a tutte le scelte che ci accingeremo a compiere. Parliamo della conoscenza di sé e del viaggio verso se stessi. Molto spesso sottovalutiamo il mistero che siamo, dando per scontati molti aspetti che concernono il lato più profondo e nascosto di noi. Molto spesso non ci conosciamo bene o non ci conosciamo affatto e questo ci porta a fare scelte che non corrispondono esattamente a ciò che siamo o a ciò che vorremmo realmente.
Siamo esseri unici ed abbiamo una identità unica! Dobbiamo allora scoprire tale identità e la scopriamo passo dopo passo, vivendo e crescendo, e tante volte sotto l’influenza inevitabile di ciò che ci circonda.
Conosci te stesso!” dice il motto greco con il quale Socrate invitava a cercare la verità dentro sé stessi anziché nel mondo delle apparenze. Lo stesso filosofo greco fece sua una certa convinzione di ignoranza, espressa nel famoso detto “So di non sapere”, ed era desideroso ed assetato di scoprire di sé e degli altri; citandolo: «Ecco perché ancora oggi io vo d'intorno investigando e ricercando...se ci sia alcuno...che io possa ritenere sapiente; e poiché sembrami che non ci sia nessuno, io vengo così in aiuto al dio dimostrando che sapiente non esiste nessuno» (da Platone, Apologia di Socrate a cura di M.Valgimigli, in Opere pag. 45).
Mi piace interpretare la ricerca di sapienza di Socrate come la voglia di abbattere un’ignoranza su se stessi che è inaccettabile perché significa non poter essere ciò che si è veramente. Non c’è sapienza più grande che non quella che riguarda sé stessi.
Perché è importante conoscersi ?
È fondamentale! Senza una conoscenza sincera di sé, infatti, non si potrà vivere pienamente, poiché non si sceglieranno le strade della vita che corrispondono realmente al proprio volere o desiderio.
Conoscersi significa capire appieno la propria vocazione, la propria missione nel mondo, il proprio posto nell’esistenza. Appare oltremodo evidente che solo conoscendo consapevolmente il proprio posto su questa Terra, si potrà dargli significato realizzando il proprio percorso e quindi soddisfacendosi in maniera compiuta.
È come dire: sto facendo quello che sono nato per fare. Ho scoperto che non desidero altro che quello che sto facendo e sono felice di farlo. Ho centrato il bersaglio, ho fatto centro!

Quante volte ci è capitato o ci capita di renderci conto troppo tardi che avremmo voluto in realtà fare altro mentre, per ignoranza, abbiamo scelto male ?
Si capisce quindi l’importanza di avere una piena, chiara, sincera conoscenza di sé, per poter proseguire il proprio cammino potendo scegliere meglio per il proprio bene. Chi si conosce davvero, arriva dritto al dunque senza tergiversare e provare altre strade.

Come facciamo a sapere chi siamo veramente ? Come facciamo a osservarci in profondità e in tutta la verità e limpidezza, con tutti i rischi di vedere di sé le parti buone e quelle meno buone, i lati oscuri e i lati splendenti, i talenti e i vizi ?

Possiamo conoscerci in molti modi, prima di tutto attraverso i rapporti che abbiamo con l’esterno, le relazioni, le amicizie, il nostro partner, la nostra famiglia.

Possiamo conoscerci anche attraverso l’analisi della nostra storia, riosservandola nelle sue tappe più importanti, guardando alle scelte fatte, alle aspirazioni avute, alle passioni concrete. Una parte di noi è nascosta tra le righe delle nostre azioni e cercando bene si può trovarla.

Ma la maniera più importante per conoscersi, a mio avviso – parlo da credente per chi crede – è mettersi in silenzio (modo in cui cercare) e nella verità (luogo in cui cercare) davanti a Colui che meglio di chiunque altro ci conosce, poiché ci ha creati.
Ed Egli dice a ciascuno di noi:”Tu sei prezioso ai miei occhi, sei degno di stima ed io ti amo” (Isaia 43,4)
Contempliamoci, contempliamo il mistero grande che è la vita e che siamo noi. Viviamo la vita come una continua ricerca e scoperta di noi stessi e della nostra missione. Come sta scritto:

Cercate di render sempre più sicura la vostra vocazione e la vostra elezione. Se farete questo non inciamperete mai.” (2 Pt 1,10-11)

La citazione di oggi è di Kahlil Gibran:

E un uomo disse:

Parlaci della Conoscenza di sé.

Ed egli disse:

i vostri cuori conoscono in silenzio

i segreti dei giorni e delle notti.

Ma gli orecchi hanno sete di sentire

quello che il cuore già conosce.

Vorreste sapere con parole quello

he avete sempre saputo nella mente.

Vorreste toccare con le dita il corpo nudo dei sogni.

Ed è bene che lo facciate:

La sorgente sotterranea della vostra anima

dovrà venire alla luce e scorrere mormorando verso il mare;

e il tesoro della vostra infinita profondità

sarà rivelato ai vostri occhi.

Ma non usate bilance per pesare quell'ignoto tesoro;

e non sondate le profondità della vostra conoscenza

con lo scandaglio o la pertica.

Poiché l'io è un mare sconfinato e immisurabile.

Non dite: "Ho trovato la verità";

dite piuttosto: "Ho trovato una verità".

Non dite: "Ho trovato il sentiero dell'anima".

Dite piuttosto: "Sul mio sentiero ho incontrato l'anima in cammino".

Perché l'anima cammina in tutti i sentieri.

L'anima non cammina sopra un filo, né cresce come una canna.

L'anima apre se stessa come un fiore di loto dagli innumerevoli petali.

(Li Volsi Aldo)



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