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martedì 13 luglio 2010

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[Satira] Lettera aperta a Silvio Berlusconi da Ross Perot

martedì 13 luglio 2010
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Grazie al solito amico Hacker abbiamo intercettato questa lettera indirizzata al Presidente del Consiglio da Ross Perot .

Egregio Presidente,
sono anni che non mi occupo più di politica, mi sto godendo i miei miliardi nel mio ranch in Texas. La settimana scorsa, durante una cena a base di bistecche cotte al barbecue, un mio amico italo-americano con interessi non meglio precisati a Las Vegas e nell'import-export di prodotti farmaceutici con la Colombia,  mi ha parlato di lei. Dice che la conosce bene grazie ad un comune amico, un certo bibliofilo siciliano a lei molto vicino. 
Ma non è delle sue amicizie che le voglio parlare, ma del fatto che qualche giornalista, sicuramente un comunista (ce ne sono anche da noi),  l'ha definito il Ross Perot italiano, anzi c'è stato qualcuno che ha osato  definirmi il Silvio Berlusconi americano.
  
In effetti cosa faccia lei per guadagnarsi la pagnotta mi interessa ben poco. Il mio interesse sia nei suoi confronti sia  nei confronti dell'Italia è molto vicino allo zero.
Ma, visti i miei trascorsi politici e professionali, non posso consentire che il mio nome venga associato al suo. 
Ho cercato di documentarmi su di lei e su i suoi trascorsi politici e professionali.
Devo dire con la massima schiettezza da vero cow boy texano che io e lei abbiamo una sola cosa in comune: la cartelletta di pelle con i grafici a torta.
Per il resto non abbiamo nulla in comune.
Io sono una persona seria, non faccio pubbliche dichiarazioni sulle mie conquiste femminili come fa lei ad ogni piè sospinto.
Non mi circondo di collaboratrici che hanno l'unico pregio di avere belle tette e belle cosce. Non scelgo i miei ministri e sottosegretari tra personaggi chiacchierati con frequentazioni poco raccomandabili che sono tanto imbecilli da farsi intercettare da polizia e magistrati.
Mi domando:  quelli del suo servizio di controspionaggio dove hanno studiato?
Sul manuale di Nonna Papera?
Li avverta che quando si fanno incontri a rischio lo si fa in un luogo sicuro, mica in un ristorante sotto gli occhi di tutti.
Una cosa la devo ammettere: lei ha vinto le elezioni, io no.
Ma questo non è un suo merito: purtroppo per me gli americani non sono fessi come gli italiani che si son fatti infinocchiare dalle panzane che ha raccontato in televisione.

Avverta i giornalisti amici suoi  di non legare, d'ora in avanti,  i nostri due nomi.
Io sono io e lei non conta ad un ca***! 

Detto questo, dall'alto della mia superiorità,  mi sento di darle qualche consiglio.
Chi glielo fa fare a sopportare Casini, Fini,  Bossi e Tremonti?
Chi gli lo fa  fare a tollerare  le prese per il culo dei vai satiri da strapazzo che imperversano sui giornali,  sul web ed in televisione in Italia e all'estero?
Come fa ad accettare le leccate di Bondi, Bonaiuti, Schifani, Capezzone  e tutto il cucuzzaro della stampa amica?

Come fa a tollerare Fini che le ricorda i suoi 75 anni, con quell'arietta da primo della classe?

Con tutti i miliardi che ha fatto grazie alle televisioni, alle assicurazioni e alle palazzine, ascolti un mio consiglio, molli tutto e si ritiri nella sua splendida villa in Giamaica e si goda la vita.

Con poca stima, ma con tanta simpatia.



Ross Perot

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