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lunedì 21 giugno 2010

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[L'Attimo Fuggente] Il nutrimento poetico

lunedì 21 giugno 2010
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Quando ci si prepara per un viaggio, per affrontare le sue fatiche e per raggiungere la meta, di solito si è attenti a provvedersi la giusta scorta di cibo e bevande. Difficile pensare di affrontare un lungo viaggio senza il giusto nutrimento.
Alla stessa maniera, come affrontare il viaggio più importante tra tutti quelli che possiamo fare, che è la nostra vita ?

Come prepararsi per far sì che questo viaggio sia il più bello, appassionante, il più gustoso e vivo possibile? Diventa fondamentale, anche e soprattutto in questo caso, provvedersi gli alimenti utili e necessari; perciò bisognerà cominciare a chiedersi: di cosa mi nutro ? Di cosa si nutrono i nostri occhi? Cosa diamo da mangiare alle nostre orecchie? A quali sapori ed odori siamo abituati?

Senza che ce ne accorgiamo, siamo infatti cibati continuamente da tutto ciò che ci circonda. 
I nostri occhi si alimentano di ciò che vedono, le nostre orecchie si saziano di ciò che ascoltano, il nostro olfatto si abitua agli odori che annusa più spesso, e così via.
E qual è il nutrimento che riceviamo? Non mi soffermerò, per non fare polemica e perché tanto è molto evidente di per sé, su quali cibi ci vengono propinati dalla società in cui viviamo. 
Quello che mi interessa che ci chiediamo, perché utile a fare diventare la nostra vita una poesia, è: quello di cui mi nutro, mi fa stare bene? Il mio cuore è sereno, conosce la pace? La mia mente è piena di preoccupazioni? La mia anima è leggera ed esultante di gioia? Sono soddisfatto e realizzato veramente? Vivo davvero in pienezza?
Ciascuno risponda a sé stesso su quale sia il proprio nutrimento e sugli effetti di questo nella propria vita.
Una cosa è sicura: per vivere bene e vedere la propria vita con gli occhi poetici di chi vive da innamorato della propria esistenza, bisogna fare un salto di qualità e fare una dieta sana ed equilibrata per la propria anima.
Qui si tratta di cibarsi di un nutrimento poetico, cioè di un nutrimento che non sia tanto basato sulla quantità quanto sulla qualità di ciò che diamo da mangiare al nostro cuore e ai nostri sensi. C’è da cambiare dieta.
In cosa consiste questo nutrimento poetico? Come si fa?
Prima di ogni cosa, bisogna desiderare di raggiungere l’obiettivo e non volersi accontentare della mediocrità in cui si vive. 
Nessuno riesce a fare una dieta o a rispettare seriamente un impegno senza la concreta volontà.
Dopo aver appurato ciò, si può cominciare facendo una bella diagnosi sul proprio stato di salute, rispondendo alle domande di cui sopra. Una volta individuati i cibi buoni e quelli meno buoni, si potrà passare ad una disintossicazione da questi ultimi.
Per accorgersi di un sapore nuovo, infatti, è fondamentale purificare il proprio palato dagli altri sapori. Così come per accorgersi di un odore cattivo, bisogna cambiare stanza.
Dopo aver cominciato a depurarsi dei cibi nocivi, si potrà iniziare il nutrimento poetico, inserendo nella nostra alimentazione tutto ciò che è alto, bello, buono, virtuoso, poetico.
Citando il sommo Dante: ”Fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e conoscenza.” (dalla Divina Commedia, Inferno, Canto XXVI, 119 – 120).
Citando San Paolo: “In conclusione, fratelli, tutto quello che è vero, nobile, giusto, puro, amabile, onorato, quello che è virtù e merita lode, tutto questo sia oggetto dei vostri pensieri.” (Dalla Lettera di San Paolo ai Filippesi 4,8)
In tutto questo percorso, vorrei sottolineare, ci si può fare aiutare. Ma da chi? Con chi consultarsi su un tale argomento?
Beh, sicuramente bisognerà cercare dei buoni dietologi e dei buoni nutrizionisti. Ma, prima ancora, bisognerà cercare qualcuno che effettivamente abbia raggiunto i risultati che stiamo inseguendo anche noi.
Che senso avrebbe, infatti, chiedere sulla felicità ad una persona depressa e triste?
Che senso avrebbe, altresì, chiedere sulla vita ad una persona che non vive?
Non bisogna accontentarsi di piccole cose, stiamo cercando ciò che di più alto esiste, la pienezza della nostra esistenza, per non dire in punto di morte di aver vissuto invano.
Dobbiamo, dunque, pretendere cose vere e autentiche, dobbiamo vedere la Vita in chi ci parla di vita, dobbiamo vedere la Gioia in chi ci parla di gioia. Vogliamo fatti concreti.
Troppo spesso siamo stati ingannati da chi ci stava attorno, da false promesse, come se tutto fosse una grande e continua pubblicità, piena di belle parole ma senza sostanza alcuna. Noi vogliamo vivere, vogliamo essere felici davvero, vogliamo il meglio e lo vogliamo in questa vita. E’ questa la meta del nostro viaggio. Per questo ci siamo messi in cammino. Per questo saremmo disposti a metterci a dieta e a cambiare nutrimento. Con questo nobile obiettivo, con questa speranza.
Dunque, cerchiamo e chiediamo consulenza a chi è felice, a chi ha trovato la vera realizzazione e vive pienamente.
In questo viaggio, non siamo soli. Ci sarà un motivo. Il vero nutrimento poetico possiamo impararlo dai poeti. Quelli che sanno cogliere l’attimo fuggente. Quelli che sanno vivere.
La citazione di oggi è di Nelson Mandela nella sua opera “La meditazione”:

La nostra paura più profonda
non è di essere inadeguati.
La nostra paura più profonda,
è di essere potenti oltre ogni limite.
E' la nostra luce, non la nostra ombra,
a spaventarci di più.
Ci domandiamo: " Chi sono io per essere brillante,
pieno di talento, favoloso? "
In realtà chi sei tu per NON esserlo?
Siamo figli di Dio.
Il nostro giocare in piccolo,
non serve al mondo.
Non c'è nulla di illuminato
nello sminuire se stessi cosicchè gli altri
non si sentano insicuri intorno a noi.
Siamo tutti nati per risplendere,
come fanno i bambini.
Siamo nati per rendere manifesta
la gloria di Dio che è dentro di noi.
Non solo in alcuni di noi:
è in ognuno di noi.
E quando permettiamo alla nostra luce
di risplendere, inconsapevolmente diamo
agli altri la possibilità di fare lo stesso.
E quando ci liberiamo dalle nostre paure,
la nostra presenza
automaticamente libera gli altri.

(Aldo Li Volsi)



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