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sabato 5 giugno 2010

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[Grumo Nevano] Più che tempo di censura, è tempo di vittimismo

sabato 5 giugno 2010
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A Grumo Nevano, si sa, la politica è una cosa seria. 
Ancor più seria, però, sembra apparire l'operato dei "cosiddetti" siti di informazione.
"Cosiddetti" perché, questi siti, hanno una double face: quando si tratta di parlare con i cittadini, questi amano definirsi "news" "voce della città" "informazione del territorio"; si parla di inviati, si parla di se stessi in prima persona plurale e tante altre cose che fanno presupporre, al lettore distratto, un qualcosa di professionale.
Tanto professionale ed ufficiale che ci è giunto all'orecchio che alcune persone, credendo che questi siti privati fossero istituzionali, abbiano persino chiamato il Comune di Grumo Nevano invitando a correggere un numero di telefono riportato in modo errato. 

Poi si è scoperto che il numero telefonico era corretto sul sito istituzionale ed errato sul sito privato.
Quando, però, si parla di regole da dover applicare per una giusta informazione, ecco che questi siti "double face" parlano di "opinioni personali" "idee proprie" e tante altre cose che vanno a "sminuire" il loro operato. 
Tra l'altro in questi siti manca anche un disclaimer dove viene evidenziato che chi scrive riporta mere opinioni personali (forse perché qualcosa gli è andato storto). 
Anzi, si spaccia tutto per la pura realtà della città; realtà unica non essendoci modo di interagire con chi scrive, visto che sulla pagina facebook di tali siti i messaggi "scomodi" vengono cancellati inesorabilmente e sistematicamente.
Il problema non è rappresentato dai grumesi che hanno capito perché alcuni personaggi scrivono determinate cose; il problema è rappresentato dai non grumesi che si trovano a leggere scritti di persone che non conoscono con accuse ed allusioni piuttosto gravi a personaggi politici che rappresentano una città.
I non grumesi non possono sapere che alcuni personaggi sono vittime di una sorta di invidia "del segno del comando".
La politica, quella seria, non ha dato a questi individui  il riconoscimento che avrebbero voluto e quindi ecco "l'invidia" verso chi invece ha avuto questa possibilità, datagli dagli stessi elettori.
Ecco l'invidia del "segno del comando".
Quando si arriva ad avere coscienza che nella politica, sempre quella seria, si conta poco, come il due di coppe quando la briscola è a bastoni, ecco che si tira fuori la soluzione: il manganello virtuale.
Ed il manganello virtuale non è altro che un sito internet,  chiuso a tutti, con il quale è impossibile interagire,  tranne a quei pochi che per ragioni contingenti utilizzano anche essi il manganello.
Il manganellatore così è felice di aver il suo seguito, ovviamente solo virtuale, e se questo va bene a lui... 

Il paradosso si verifica quando da un blog, una persona nonché un Sindaco, "osa" riportare tre opinioni riguardo l'informazione dei blog. 
Non opinioni di Pinco o di Pallino o di un Filippo Persico non meglio identificato, bensì opinioni di Barack Obama, Presidente degli Stati Uniti d'America, di Steve Jobs, fondatore  della Apple e di Cass Sunstein, docente di Diritto alla Harvard Law School.
Insomma, non tre scemi qualunque.
D'altronde cosa si è osato riportare in quel blog?
1) Obama:  «Sono molto preoccupato per il tipo di informazione che circola nella blogosfera, dove si trova ogni sorta di informazioni e opinioni senza che vengano verificate, con il risultato di portare gli uni a gridare contro gli altri, rendendo più difficile la comprensione reciproca»
2) Steve Jobs, in un articolo dove un giornalista chiama la brigata internettiana "l'allegra Sputtanopoli",  «Non voglio che ci trasformiamo in una nazione di blogger”»
3) Cass Sunstein: «Le voci false e infondate sono particolarmente moleste, provocano un danno reale a individui e istituzioni e spesso sono refrattarie alle correzioni. Possono minacciare carriere, programmi politici, funzionari pubblici e a volte la democrazia stessa.  (...). Nell'era di internet è molto facile far circolare voci false o calunniose. Lo studente universitario, il commerciante, il professore, il banchiere, il datore di lavoro, l'agente assicurativo, l'agente immobiliare, tutti sono vulnerabili di fronte a un'accusa infondata che può avere un effetto doloroso, nocivo o addirittura devastante.»

Vi sembra che queste affermazioni vadano intese come censura?
A noi no!
Sono solo un invito a darsi una regolata.
Se parliamo tra amici al bar possiamo parlare a ruota libera; quando le nostre parole le diffondiamo sul web ... beh la cosa cambia.

Il solo riportare queste tre notizie ha fatto sobbalzare tutti i blogger della città, escluso noi.
Il manganello era in pericolo e quindi molto meglio appellarsi al diritto di dire e scrivere quello che si vuole e comportarsi da vittime
Dobbiamo dire, però, che alcuni sono maestri dell'arte di farsi compatire.[Alla fine dell'articolo vi invito a leggere la nota "il vittimismo"]
In realtà nessuno sta dicendo il contrario, nessuno vuol tappare la bocca a nessuno: solo un invito al rispetto di regole universalmente accettate.

Ed ecco inventarsi raccolte firme mai esistite e tante altre piccole finezze in modo da apparire loro gli oppressi e l'istituzione ed in senso lato Obama, Jobs, Sunstein, gli oppressori.
Ecco che uno dice che il solo termine News nella testata non sta ad identificare un giornale, ma un diario di bordo (questa poi è veramente bella); il suo compagno di battaglie, però, buttando nel water tutta la fatica e le giornate perse a trovare questa definizione di "diario di bordo" (ridiamo ancora) per non farlo sembrare un sito di informazioni, dice: "Io informo la città con soldi miei, il popolo può trovare nel mio sito una libera informazione a differenza dell'altra pagata dai contribuenti".  
Quindi ha l'obiettivo di informare la città e non di dare proprie opinioni riguardo notizie di politica. 
Basta dirlo. 
Perché allora questo sito di informazione, come lui stesso si dichiara, non dovrebbe sottostare alle regole di informazione come tutti gli altri? Perché non dovrebbe avere un Direttore Responsabile che si prenda la responsabilità di tutto quello che viene scritto? Perché i giornali devono pagare per avere una copertura territoriale limitata a poche migliaia di lettori, mentre il sito, che ha una copertura potenzialmente illimitata sfruttando internet, non dovrebbe farlo? Giustappunto se si decide di dare informazioni non ancora di dominio pubblico, bensì nuove di zecca, sfruttando le amicizie tra i consiglieri di opposizione!
Poi - dato che ci hanno preso proprio per fessi totali - ci dicono anche che il sito ha fatto la stessa cosa con altre amministrazioni con una coerenza invidiabile. 
Come se il fatto di farlo da tempo faccia sì che il tutto sia giusto farlo per sempre. 
Si sbagliava prima, inventando notizie ed alludendo a reati e a commissioni d'accesso e si sbaglia anche adesso facendo e dicendo le stesse cose. Semplice.
Consideriamo anche che le passate amministrazioni definirono imbecille proprio colui che scriveva.
Ed avendo buona memoria questo ci fa sorridere e ci fa capire che non tutti tolleravano questa specie di informazione!

Vi auguriamo buon fine settimana, invitandovi a leggere la nota di seguito:

Molte persone soffrono di questo psuedo male, che si può comunemente definire vittimismo. Ma il vittimismo è uno stato sociale, interiore che la stessa persona che lo manifesta sviluppa in maniera costruttiva ed articolata, insomma è una vera e propria deviazione psicologica, radicata nell'ego e nell'es, che viene delineato dai più normali fino a diventare convulsi atteggiamenti verso il prossimo. Ma chi è colui che soffre di vittimismo? Solitamente si tratta di una persona che per indole ed insicurezza, è asociale di natura, non ha capacità di interazione, anzi per meglio dire non riesce ad applicarle, per il semplice motivo che non riesce ad avvalersi di scambi interpersonali, e fugge da essi, ma allo stesso tempo ne soffre e sente l'esigenza di avvicinare e rapportarsi alle persone. E' una persona debole in fondo al suo essere, e bravissima a trovare la pagliuzza nell'occhio altrui, tralasciando la foresta amazzonica abbattuta che ha nel suo!!! Quindi per creare un utopico rapporto, dove gli vengano date le attenzioni che reclama, manifesta la figura della vittima, incompresa, deprecata, dai falsi boia che tende ad animare nella sua mente insicura, ed a raccontare alla persona a cui tende a legarsi in maniera quasi morbosa, i torti, immaginari ovviamente, che ha subito. Il "vittimista" solitamente, anzi sempre, è un reo bugiardo, infatti le sue versioni sono prive di fondamento, nate dalla mania di stare al centro dell'attenzione (esigenza umana l'uomo è un animale sociale ma non tutti riescono a esserlo trasparentemente), e di deprecare ed infangare, coloro che vede come usurpatori ingiusti della popolarità. Inoltre, essendo bugiardo di natura come prima dicevo, non ha nemmeno la coscienza di ammettere le proprie colpe di fronte ai suoi immaginari boia, anzi incentra la sua "malattia sociale", infierendo contro di loro, reclamando una ragione che nemmeno Dio gli accorderebbe né in cielo e né tanto meno in terra. Insomma se vogliamo dirla tutta, i vittimisti camminano armati, hanno questo coltello dalla parte del manico, e più essere vittime sono tarli rosicanti di una mela sociale, mentre noi poveretti siamo le sue vittime designate.

N.B. Ovviamente, prima che qualcuno ci accusi di mettere in pericolo la sua vita o di lanciare pseudo minacce anonime, diciamo a tutti i nostri lettori che questa nota non si riferisce a nessuno in particolare; è un aiuto per identificare  nel migliore dei modi gli atteggiamenti del vittimista.

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