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domenica 6 giugno 2010

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[Cinema] Piccoli Ladri, recensione del film di Marziyeh Meshkini

domenica 6 giugno 2010
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Oggi vi vorrei parlare di un piccolo film che in Italia non è mai uscito e che non credo neanche sia stato mai trasmesso in televisione, anche se forse potrebbe essere stato trasmesso in estate su canale cinque per quanto concerne il circuito del Giffoni Film Festival. 
Il film si chiama "Piccoli ladri", tra qualche riga capirete perché ho deciso di parlare di questo film. 
Ci troviamo a Kabul, durante la guerra (l'eterna guerra mi verrebbe da dire), siamo nel 2004 e il film ci porta a conoscere due bimbi (Zahed e Gol Gothi), fratello e sorella, che vagano per le strade di questa enorme città sotto il rumore dei caccia che popolano quelle zone del mondo. 
La loro vita non è facile, proprio per niente, la loro madre è in carcere con la pesantissima accusa di adulterio (per la quale si rischia di morire), il padre con quella di essere un guerrigliero taliban. Di notte vanno a dormire nel carcere che ospita la madre, grazie all'aiuto di alcune guardie, e quando la luce del sole è alta nei cieli vanno in giro a cercare di rimediare qualche soldo per mangiare e qualche pezzo di legno con cui accendere un bel fuoco. 
In loro compagnia troviamo un cagnolino bianco, che loro hanno salvato da morte certa (piccola nota tecnica: il cane è un elemento narrativo molto importante all'interno di questa opera cinematografica: ha l'arduo compito di alleggerire il tutto per smorzare la tensione). 

La loro vita procede in questa direzione, fin quando un giorno trovano le porte del carcere della madre sbarrate, su ordine del direttore che ha deciso che i figli dei prigionieri non possono più assolutamente entrare all'interno del carcere, neanche per pochi minuti; la pena per i guardiani che non faranno rispettare tale divieto è l'internamento dentro al carcere in cui lavorano. 
Da ora in poi inizia una nuova pagina della loro vita, sofferente e in qualche modo "speranzosa" (se così mi permettete di dire) perché i due piccoli protagonisti della storia decidono di darsi al furto. Loro vogliono rubare, ma lo fanno per un motivo "nobile": farsi beccare dalla polizia e quindi andare in prigione per ritrovare la propria madre. Non riescono a farsi beccare, ma ad un certo punto vedono in una sala cinematografica un film (e che film!): Ladri di biciclette, così facendo possono imparare come rubare in maniera maldestra per farsi prendere dalle forze dell'ordine. 
E ora riprendo il discorso che ho fatto all'inizio, quando parlavo del perché ho deciso di recensire questo film. 
Come ho detto prima in quest'opera viene citato il capolavoro di Vittorio De Sica, Ladri di biciclette, film che ha ispirato il regista Marziyeh Meshkini. 
Io adoro il neorealismo italiano e quindi, ogni volta che posso, parlo con piacere di tutte le opere che lo citano anche senza farne parte. 
Non è solo questo il motivo che mi ha spinto a parlare di questo film, volevo dirvi anche di quanto sia interessante il cinema iraniano e di quanto coraggio abbiano i loro esponenti. 
Un applauso a tutti i membri del cast di questo film, che ci hanno regalato una grande opera di nicchia che sarebbe bello fosse proposta in prima serata sui canali televisivi pubblici e non. 
Consigliato a tutti, senza alcuna distinzione.


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