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martedì 25 maggio 2010

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[Politica grumese] Il confine labile tra leggere e comprendere

martedì 25 maggio 2010
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Nelle FAQ della Regione ad una domanda di un cittadino su come si può ottenere il Reddito di Cittadinanza, la stessa Regione risponde “Si accede al beneficio solo se, pur possedendo i requisiti, si ottiene in graduatoria una posizione utile, compatibilmente con le risorse ripartite e messe a disposizione dell’ambito.”

Questa è la linea della Regione che il Comune deve rispettare essendo essa un organo superiore.
Dopo vedremo tutta la questione sul Giudice di Pace di Pozzuoli.

Ora andiamo per ordine.

Delle quattro persone che hanno risposto riguardo il reddito di cittadinanza, di cui tre consiglieri, mi voglio soffermare soltanto su una.


Ho promesso da tempo che sul Consigliere Marino è inutile spendere qualsiasi parola: si verrebbe accusati di sparare sulla Croce Rossa.
Fin dalle prime volte molte persone mi hanno pregato di ignorarlo perché è brutto umiliare in questo modo una persona, prima di tutto che un consigliere.

Il Consigliere Anatriello, invece, mi lascia del tutto indifferente.
Lo vedo lì, nel suo posto in Consiglio, indifeso come un bimbo al primo giorno di scuola di prima elementare.
Mi fa tanta tenerezza…

Poi c’è colui che riporta le notizie.
Che senso ha rispondere ad uno che in America verrebbe definito “Dead Politician Walking (Politico “finito” che cammina)?
È ormai opinione di tutti che sulla testa di questo personaggio c’è una sorta di countdown che segna il tempo rimanente della sua attività politica, fatta per di più di figuracce.
D’altronde sono prima i Consiglieri di opposizione, i quali lui tanto sostiene, che, quando vengono interpellati dicono chiaramente che non vogliono avere niente a che fare e che non condividono il modus operandi di tale personaggio.
Poi puntualmente troviamo articoli a loro firma.
Capire il perché è facile: lo usano come una testuggine impazzita, per poi gettarlo appena si consuma.
La credibilità ormai è scesa sotto lo zero; si sta consumando velocemente, bisogna solo aspettare che questo personaggio non torni più utile agli attuali consiglieri di opposizione per celebrare definitivamente la sua estinzione politica
Estinzione, a dir la verità, già avvenuta e non cancellabile da articoli autoreferenziali e di solidarietà scritti da personaggi inesistenti, anzi forse scritti proprio da lui stesso con nomi fittizi?

Il Consigliere su cui mi voglio soffermare invece è Aldo Chiacchio.
Ho due opinioni modestissime e personalissime da dare: una sotto il profilo di educatore, uno sotto il profilo di consigliere.
E’ bello vedere come un Professore e quindi una figura che dovrebbe dare l’esempio ai giovani suoi allievi adoperi costantemente un linguaggio che poco si confà al suo ruolo professionale.
Io lo definirei una sorta di “Er Monnezza” grumese.
Chi non conosce il noto personaggio, interpretato da Thomas Milian, che ad ogni argomentazione insieme alle tre parole, mezze in italiano e mezze in dialetto, ne aggiungeva cinque di insulti miste a parolacce.
Chi lo vede in Consiglio non può dimenticare la famosa esclamazione “adesso ti rompo il…” rivolto ad una donna.
Che dire delle altre perle in ogni suo intervento, compresa la risposta a noi sul reddito di cittadinanza?
Da lui possiamo trarre un florilegio di parolacce ed insulti, anzi come direbbe lui “n’accucchiat i cazz e mazz”.
Molti ci hanno raccontato la sua storia politica, ci hanno detto che nel recente passato si era proposto come Sindaco per la lista del PD, ma è stato inesorabilmente bocciato, o meglio dire, trombato.
Credo sia la prima volta, anche a livello nazionale, che il PD trombi qualcuno e non venga trombato.
Addirittura sembrerebbe che i Rappresentanti del PD locale abbiano scelto di non presentarsi proprio, piuttosto che presentarsi con Aldo Chiacchio.
Effettivamente era un danno all’immagine già molto martoriata del PD grumese.
Noi “bufalari” – come ama definirci…e a noi, sinceramente, parafrasando Proietti, “CE PIACE”! – nelle prossime elezioni, qualora si candidasse come primo cittadino di Grumo Nevano, faremo il tifo per lui e magari gli daremo anche qualche preferenza.
Votiamo tutti Er Monnezza Sindaco, perché ne vale la pena, almeno una qualche risata in un periodo così critico ce la farà fare.

Per quanto riguarda Er Monnezza Consigliere, per farci una opinione basta assistere ai Consigli Comunali dove è quasi sempre protagonista.
Le sue modalità sono quasi sempre le stesse: fa una interrogazione, aspetta la risposta e poi, dichiarandosi insoddisfatto di tale risposta, cita le varie Sentenze di Primo Grado, Ricorsi del Tar che gli darebbero ragione e, nel malaugurato caso non trovi nulla a sua disposizione, chiede un parere anche alla sua vicina di casa per metterlo agli atti. Poi ovviamente si fa intervistare da Le Prospettive.
Così è stato fatto in precedenza e così sarà fatto nel Consiglio Comunale di domani.
La risposta ovvia e scontata da parte della Amministrazione da due anni a questa parte è (la scrivo facile per andare incontro alle capacità dei Consiglieri citati): “Puoi portare tutte le cartuscelle che vuoi, ma noi dobbiamo applicare le norme dettate dagli organi superiori e non certamente quello che dice una sentenza di primo grado soggetta ad appello”.
Infatti nel nostro articolo, oggetto della polemica da parte dei Consiglieri, c’è un passaggio che rende bene l’idea del labile confine tra il leggere ed il comprendere: “Capisco che questo tipo di attuazione del reddito di cittadinanza può non piacere e non essere condivisa, ma il Comune ovviamente deve rispettare tale modalità e regolamentazione.”
Adesso spieghiamo al Consigliere cosa significa e ovviamente lo facciamo gratis, senza lauti compensi.
Lo facciamo gratis anche essendo studenti, per adesso, senza occupazione, senza essere professori, neanche di Ed. Fisica, e quindi senza avere un posto fisso tanto sognato dai giovani d’oggi; senza essere consiglieri comunali e quindi senza ricevere gettoni di presenza; ma soprattutto senza essere proprietari di un supermercato dove si dovrebbe vendere e non fare uso di buon Aglianico Beneventano, cosa di cui ci accusa.

Fatta questa premessa d’obbligo veniamo a spiegare la questione:

Tutte le conclusioni a cui perviene un magistrato assumono una valenza specifica soltanto per il caso concreto oggetto di causa.
Altri giudici, che dovessero decidere in giudizio un nuovo caso identico al precedente, o anche se lo stesso giudice dovesse decidere, in un momento successivo, un nuovo caso identico al precedente possono legittimamente pervenire a conclusioni parzialmente o anche totalmente diverse.
Uso parole semplici per gli altri due Consiglieri e per la pedina: “ci può essere un altro giudice che cambia totalmente il giudizio del Giudice di Pace di Pozzuoli o addirittura lo stesso Giudice di Pace di Pozzuoli che, nel corso del tempo, ad un caso identico perviene ad una conclusione anche totalmente diversa.”
Ciò rappresenta un modo di riaffermare la sovranità della legge e degli eventuali correlati atti regolamentari ed interpretativi della legge, solo loro dotati di efficacia obbligatoria ed erga omnes.
Nel nostro ordinamento interno non è presente e, quindi non trova applicazione, il principio del precedente giudiziario vincolante come nel diritto anglosassone.
Il guaio di molti, tra cui i consiglieri e la pedina, è che, vedono telefilm americani tipo Ally McBeal, dove anche una sentenza, emanata da un giudice di un paesino sperduto in mezzo al deserto, fa giurisprudenza.
Peccato per loro che non siamo in America.

Nella sentenza specifica, il Giudice di Pace di Pozzuoli si è ritenuto competente ed ha deciso che tutti i richiedenti avessero diritto al reddito “a prescindere” dalla posizione in graduatoria, disconoscendo validità all'allegato A della Delibera 705/2005 dove la Giunta Regionale della Campania (e non un quisque de populo) ha disciplinato i criteri di determinazione della graduatoria e di ripartizione dei fondi.
Qui non si intende discutere il merito della sentenza.
Le sentenze quali che siano vanno rispettate, se ne prende atto, vanno applicate se esecutive (e questa lo è, pur se provvisoriamente esecutiva), ma si impongono alcune considerazioni:
1. Trattasi di sentenza di I grado e, pur se provvisoriamente esecutiva, essa è soggetta ad appello
2. Essa fa stato tra le parti in causa e non può essere estesa ad altri casi.
3. Concedere a tutti coloro che presentono domanda il reddito di cittadinanza, secondo il “meccanismo” della sentenza si giungerebbe al risultato paradossale, data la limitatezza dei fondi a disposizione, di corrispondere ad ogni richiedente poche decine di euro al mese.
E non è questa la natura del reddito di cittadinanza, inteso ad essere un aiuto per i cittadini e un modo per una inclusione sociale.
4. Se il giudice è libero di interpretare in scienza e coscienza, d’altra parte gli uffici (Ambito e Comune) non possono far altro che applicare procedimenti derivanti da leggi, regolamenti e norme interpretative emanate da organi ad esso superiori come la Regione Campania.
5. Nell’ambito della Pubblica Amministrazione, in presenza di un giudicato (e non siamo in presenza di una sentenza passata in giudicato), non si ha l’obbligo di estendere il giudicato a coloro che pure si trovino nella stessa identica posizione del ricorrente risultato vittorioso in giudizio.
6. Infine la sentenza di Pozzuoli non sembra essere “giurisprudenza consolidata”.
Difatti esistono tre sentenze del TAR della Campania nella quale il Tribunale Amministrativo si dichiara competente in contrasto con quanto deciso dal Giudice di Pace di Pozzuoli e conferma il concetto di “posizione utile” in graduatoria.
In queste sentenze (trovarle è facile: http://www.giustizia-amministrativa.it/) TIZIA fa ricorso contro il Comune, perché, pur avendo un reddito inferiore a 5000 euro, viene sì inserita in graduatoria, ma in posizione non utile per ottenere il reddito di cittadinanza.
Nelle tre sentenze, il ricorso viene respinto.

Se vogliamo ragionare in termini calcistici il risultato è: TAR – POZZUOLI 3-1

Ragionando, infine, per logica:
1) Che senso ha fare una graduatoria se poi tutti coloro che hanno un reddito ISEE inferiore a 5000 Euro avrebbero diritto al reddito di cittadinanza?
2) Perché uno che ha reddito ISEE 0 deve avere lo stesso aiuto economico, per giunta non rilevante trattandosi di poche decine di euro, di un altro che ha reddito ISEE 4999€?
3) Dando poche decine di euro si attua un altro principio del reddito di cittadinanza, ovvero quello della inclusione sociale?

I consiglieri e la pedina si sono posti tutte queste domande o forse le questioni che sollevano hanno solo lo scopo di alzare inutili polveroni


Tutta questa opinione, caro Consigliere, è completamente gratuita, ne faccia tesoro, citando la fonte ovviamente.
Saluti caro Prof. Chiacchio e non si "inbufalisca" anzi, colgo l'occasione per invitarla al più presto a bere un bicchiere di Aglianico Beneventano, però solo uno, perché a me non piace abusare.

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3 commenti:

Anonimo ha detto...

Perdi il tuo tempo. Sono lì solo per dire il contrario di tutto.
Queste cose sono state dette e ridette ai diretti interessati, ma non se ne sono fregati proprio

Anonimo ha detto...

hai fotografato tutto alla perfezione,sia per i consiglieri sia per il reddito...complimenti

Anonimo ha detto...

Davvero complimenti per la spiegazione dell'estensione dell'efficacia della sentenza del giudice di Pace che viene appellata in Tribunale e poi in appello.
Per fortuna e ribadisco per fortuna non siamo uno stato amerciano. Bravi ragazzi

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